Caritas Vigevano in coordinamento con una vasta rete di Associazioni del territorio che si occupano di fragilità a vario titolo, e grazie ad un fondo messo a disposizione del Comune di Vigevano, provano a dare una risposta a coloro che si troveranno a fare i conti con questa nuova EMERGENZA, definita povertà energetica.
Le spese per l’energia, nel quadro più vasto delle spese per la casa, pesano infatti più di altre sui redditi delle persone, perché di fatto incomprimibili. In una fase di difficoltà, una famiglia può fare a meno di un abito o di un viaggio, persino rimandare un ciclo di cure, ma non può rinunciare a scaldare o illuminare l’alloggio.
Il contesto sociale di questi ultimi anni, ovvero prima la pandemia ora la guerra in Ucraina (giusto per citare le più conosciute) hanno sconvolto a livello globale filiere di approvvigionamento, catene di fornitura e dinamiche finanziarie. E con esse i prezzi dei prodotti con cui non solo le imprese, ma anche i consumatori si devono confrontare nella loro quotidianità. L’inflazione e i rincari hanno ripercussioni più gravi sulle condizioni di vita delle persone che si trovano sulla soglia della povertà: in Italia sono milioni. I dati parlano chiaro: Istat ha conteggiato in quasi 5 milioni gli occupati “non standard” (per definizione “vulnerabili”) e Inps in 4,5 milioni i lavoratori con salari sotto i 9 euro all’ora, Caritas Italiana nel rapporto sulla povertà 2022 ha definito la stessa ‘ereditaria’: segmenti sociali sempre più estesi, in cui vanno cercati coloro che, più di altri, rischiano di doversi misurare con lo spettro della “povertà energetica”, concetto ben più complesso della semplice difficoltà a pagare bollette e utenze.
Bisogna dunque scongiurare il rischio che tante persone cadano in povertà, o vedano inasprita la propria condizione di indigenza, a causa degli aumenti che interessano il settore. È uno sforzo cruciale in questa fase storica. Questo impegno richiede un intenso lavoro educativo e culturale, per incidere in maniera strutturale sulle cause della povertà, prevenendole e rimuovendole; ecco perché ci ritroviamo come privato sociale in rete a lavorare il più capillarmente possibile affinchè questo prezioso contributo non resti soltanto un altro contributo a pioggia nella logica assistenzialista’. L’opera di contrasto materiale della povertà è fondamentale, ma non ci si può limitare a essa: occorre agire per l’accrescimento di conoscenze e consapevolezze da parte di chi si trova in difficoltà, al fine di alimentare comportamenti sostenibili dal punto di vista sia dei bilanci famigliari, sia dell’impatto sociale.
L’obiettivo ultimo è formare cittadini attivi, non meri recettori di aiuti a lungo andare deresponsabilizzanti. Le persone, d’altronde, anche quelle in difficoltà e in povertà, sono contente di essere messe in grado di fare scelte sul proprio futuro. La lotta all’esclusione sociale deve essere generativa di consapevolezze e abilità, non solo portatrice di pur doverosa assistenza: solo così può trasformare davvero la realtà, di individui e comunità.